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Vita e Cultura del popolo Rom

CULTURA | MAGIA | RELIGIONE | FAMIGLIA | SCUOLA | LAVORO | MUSICA | LINGUA E DIALETTI

Il termine che gli zingari usano maggiormente per definirsi è rom (al plurale: Rom, o roma) e significa uomo, anche se nelle loro migrazioni in Occidente del tardo Medioevo (XIV-XV sec) preferivano il termine Sinti. Alcuni zingari però (come quelli dell'Iran) non conoscono il nome rom, quelli di Spagna preferiscono chiamarsi Kalo e quelli armeni usano il termine Lom. Sinti e Rom occupavano una posizione bassa nella società, e questo spiega perchè tra il V° e l'XI° secolo, carestie e guerre li spinsero ad abbandonare la loro terra verso la Persia e l'Armenia. Attualmente vivono in Italia circa 70.000 zingari ma la stima non è attendibile. Di questi infatti, solo la metà è stanziale. Un terzo degli zingari che vivono in Italia è di provenienza extracomunitaria e tra questi la quasi totalità proviene dalle regioni della ex Jugoslavia.

LA CULTURA

Le radici della cultura zingara si devono ricercare in India. Esistono molti elementi comuni con la cultura, la civiltà e le lingue dravidiche, cioè le popolazioni che, arrivate in India prima del 3500 a.C., si stabilirono nelle regioni del Deccan e del Panjab. Nella cultura dei Rom e dei Sinti si incrociano poi molti influssi; questo popolo è infatti entrato in contatto con molti altri popoli assumendone in parte usi e costumi. Elementi culturali comuni sono il senso di indipendenza, il ruolo della vita (più importante di qualsiasi valore), il rifiuto della guerra, l'attenzione per i bambini, l'autorità paterna ed il ruolo subordinato della donna e l'amore per la musica.

LA MAGIA

Nei testi di letteratura zingara si trovano molti riferimenti a spiriti buoni o cattivi che intervengono nella vita degli uomini. Anche gli zingari credono nella metempsicosi, cioè che l'anima di un essere umano nel momento della morte si trasferisca o in un oggetto, o in un animale, o in un altro uomo; spiriti che possono essere puri o impuri. Legata al concetto di puro e impuro è la concezione del tempo, ed in particolare, della ruota della fortuna, legata a sua volta al destino (Karma): l'universo è guidato dal destino e tutto avviene secondo le leggi da esso fissate. Questo spiega un certo fatalismo presente nella cultura zingara, che purtroppo ha perso molti dei suoi valori nell'ultimo secolo a causa della imposizione della "nostra" cultura, basata sulla tecnologia e sulla comunicazione.

LA RELIGIONE

Per capire quale importanza ha per i Rom e i Sinti la religione bisogna risalire alle origini di questo popolo. Ci sono grandi differenze tra i diversi gruppi di zingari: alcuni sono musulmani, altri cristiani ortodossi, altri cattolici o luterani. Alcuni festeggiano il Natale e la Pasqua, altri che festeggiano il Bajram ed il Kurban Bairam. Alcuni elementi di origine indiana sono comuni, pur essendo stati affiancati da valori appartenendi alle religioni dei paesi ospitanti. Comune a tutti gli zingari è la credenza negli spiriti dei morti e la fede nel Destino (fortuna). Ci sono poi alcuni miti, come quelli riferiti all'acqua o quello della battaglia e della vittoria di Indra, che costituiscono un patrimonio religioso comune. Indra è una delle grandi divinità induiste assieme a Shiva e Vishnu. Quest'ultima, si sarebbe presentata agli uomini come Rama; c'è chi sostiene che il nome rom ( o roma ) significhi proprio figli di Rama. Ci sono poi alcuni "santi" comuni a rom e sinti sia cristiani che musulmani, in particolare Bibi (o Sara) la Nera e San Giorgio.

LA FAMIGLIA

La famiglia costituisce per i Rom e i Sinti l' elemento fondamentale della loro vita sociale. Il vincolo con la famiglia e con il clan è molto forte perchè sono queste istituzioni che garantiscono la protezione e la sicurezza. La famiglia si deve occupare anche di quelle funzioni che nella nostra società sono affidate ad altre istituzioni, come la scuola, l'amministrazione pubblica, lo stato... Per Sinti e Rom non esistono ospizi per i vecchi; nessuno abbandonerebbe mai una persona anziana che è membro della famiglia. Le donne sono sottomesse agli uomini anche se molto spesso sono proprio loro che si occupano della cura della famiglia e si danno da fare per trovare i soldi con i quali mantenere tutti i componenti della stessa. Sono loro che vanno in giro a chiedere la carità, a leggere le mani, a vendere fiori o altri oggetti di artigianato.

LA SCUOLA

Per molti secoli i sinti ed i rom non hanno conosciuto la scuola. Imparavano vivendo in famiglia e nel clan. In questo modo apprendevano tutto ciò che era utile ed importante per sopravvivere. I giovani conoscevano la storia del loro popolo dai racconti dei vecchi che tramandavano, solo oralmente, la cultura zingara. Questo modo di apprendere è entrato in crisi negli ultimi secoli, dopo che la rivoluzione industriale ha imposto nuovi modelli economici e culturali. Il fatto di essere analfabeti han creato non pochi problemi agli zingari nel momento in cui hanno dovuto avere rapporti con la burocrazia dei vari stati: anche attraversare un confine diventa un grosso problema per chi non sa leggere e scrivere e non può dunque controllare dei documenti. Diventa dunque importante che i ragazzi zingari possano frequentare le scuole e lo possano fare con continuità e non sentendosi degli "intrusi", e perchè questo non succeda è necessario che la loro cultura sia conosciuta dagli insegnanti e dagli altri ragazzi e che sia rispettata la loro diversità. Per permettere agli zingari di frequentare le scuole con continuità e profitto sarebbe importante o costruire dei campi-sosta attrezzati nei quali le famiglie si possano fermare per più tempo garantendo così la frequenza dei figli a scuola , o istituire delle scuole itineranti nelle quali anche gli insegnanti viaggino assieme ai ragazzi; questo sarà possibile nel momento in cui ci saranno dei maestri sinti o rom.

IL LAVORO

Per molti secoli i sinti e i rom hanno esercitato dei lavori che erano in accordo con il tipo di vita nomade che facevano, professioni che sono state tramandate dai padri ai figli: per questo alcuni gruppi di zingari portano ancora oggi un nome che proviene dal lavoro che faceva il gruppo (lovara - allevatori, kalderasha - calderai e fabbri, lautari - musicisti). Molti di questi lavori offrono poca possibilità di guadagno nella nostra società odierna: rimangono così poche possibilità di lavoro per gli zingari anche perchè, fino ad oggi, hanno frequentato poco le scuole e dunque è per loro particolarmente difficile trovare una nuova occupazione. E' forse per questo che alcuni giovani zingari, soprattutto dei gruppi più poveri, cadono nella rete tesa dalla malavita.

LA MUSICA

La sensibilità degli zingari per la musica è proverbiale. E' facile trovare negli accampamenti dei sinti e dei rom degli strumenti musicali, soprattutto violini, cimbali, chitarre. Quasi mai questi musicanti conoscono le note musicali ed i trattati sull'armonia: più che compositori sono dei bravi arrangiatori della musica popolare. Gli zingari sono anche bravi artigiani nella produzione di strumenti musicali. Un esempio della creatività zingara nel campo della musica è il flamenco, espressione musicale tipica dei gitani, cioè dei rom di Spagna. Il flamenco (chitarra, danza, canto e battito delle mani) è diventato famoso in tutto il mondo.

Gelem, Gelem (o "Opré Roma" o "Romale Shavale") è l'inno del popolo Rom, adottato ufficialmente dai delegati del primo Congresso Mondiale Rom svoltosi a Londra nel 1971.
Composto in lingua romanì dal musicista Jarko Jovanović dopo la fine della seconda guerra mondiale , fa riferimento al Porajmos, lo sterminio di Rom e Sinti perpetrato dai nazisti dal 1933 al 1945.

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LINGUE E DIALETTI

L'origine della lingua dei Rom e dei Sinti è da ricercare in India. Molti studiosi hanno dimostrato che questa lingua deriva dal sanscrito, la lingua letteraria dell'India antica, ancora usata nelle cerimonie religiose più importanti. Questa lingua originaria ha subito però delle notevoli influenze da parte delle diverse realtà linguistiche con le quali gli zingari vennero in contatto nel loro peregrinare ed è possibile tracciare il percorso fatto nei secoli da questo popolo per arrivare in Europa, proprio studiando i vari influssi linguistici. Sappiamo così che sinti e rom sono entrati in contatto con la lingua iraniana, l'armeno, le lingue slave, l'albanese, l'ungherese, il rumeno, il greco. Poiché i vari dialetti zingari sono stati raramente usati nei testi scritti, il lavoro di ricostruzione di questo fondo comune è complicato e deve rifarsi principalmente alla tradizione orale.

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