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Il progetto Omerovic Hajrudin nasce con l'idea di chiedere alle Nazioni Unite e alla Comunità europea la messa in atto di un piano di salvaguardia delle minoranze etniche, con il fine di garantire al popolo Rom, composto da circa 30 milioni di anime sparse in tutto il mondo, un'identità storico-culturale.
Più di 12 milioni di zingari vivono oggi in Europa anche se la vita nomade e l'identità celata di molti individui, costretti a vivere clandestinamente per fuggire alle discriminazioni, rende questo censimento particolarmente difficoltoso. Rispetto poi al problema dei rapporti con le varie minoranze, ci sono, tra i vari stati europei, delle grandi differenze di atteggiamento e legislative e, a livello di Comunità Europea, oggi manca ancora una normativa politica e giuridica che garantisca agli zingari, in tutti gli stati europei, gli stessi diritti umani, civili e politici.
Lo scopo principale dell'Associazione è ottenere il riconoscimento giuridico, da parte delle competenti Autorità nazionali ed Europee, della Nazione Rom quale Stato senza territorio e dell'attribuzione ai suoi membri della cittadinanza e nazionalità Rom, nonchè il riconoscimento di minoranza etnico-linguistica della Popolazione Rom.

Costituzione Eurorom Internazionale
Progetto Eurorom
Statuto dell'Associazione della Nazione Eurorom
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Il Popolo più antico e pacifico del mondo era a rischio estinzione.
È nata la più giovane Nazione del Mondo.

Una battaglia per i propri diritti

Negli ultimi decenni il nostro continente si è lanciato in un’impresa assai ambiziosa dal punto di vista politico/economico ma altrettanto rischiosa dal punto di vista dell’identità delle sue subculture grandi e piccole. Un percorso che se da un lato ha come scopo unità e compattezza, dall'altro finisce inevitabilmente per appiattire ed anonimizzare gli individui.
In un simile panorama il problema della salvaguardia dell’identità delle minoranze etniche diviene prioritario, ed è proprio questo l'obbiettivo principale che il progetto Omerovic Hajrudin si pone. A pagare le conseguenze maggiori di questo cambiamento infatti, sono proprio le etnie più deboli, e tra queste i più deboli dei deboli: il popolo dei Rom, volgarmente etichettati come "Zingari", termine razzista che nel nostro linguaggio quotidiano viene usato per esprimere disordine, cattiva igiene, pericolo. Alla base di tali pregiudizi sta l'ignoranza nei confronti della cultura di questo popolo.
In Italia gli zingari chiamano se stessi con due nomi: ROM (centro e sud) e SINTI (nord), il cui significato è "uomini". I primi sono sedentari mentre i secondi si spostano frequentemente, anche se la stanzialità è entrata con forza nella loro vita, complici fattori come l'obbligo di istruzione per i figli e la necessità di trovare un lavoro fisso e sicuro. Gli "zingari" di origine slava si suddividono in Daxikanè e Karakhanè, originari rispettivamente di Montenegro e Bosnia. Solo una minima parte pratica il furto, mentre la maggioranza sono attivi nei campi dell'artigianato e dell'allevamento, professioni che oggi purtroppo non garantiscono loro un futuro. E' quindi fondamentale permettere l'integrazione dei Rom nella società.
Frequentemente in questo popolo si trovano famiglie dove ogni generazione ha una nazionalità differente. In un quadro simile, la salvaguardia di ogni singola identità deve considerarsi obbiettivo irrinunciabile, poiché l'estinzione di una qualsiasi identità significa la cancellazione di un capitolo, piccolo o grande, dal grande libro del mondo.

Roma, 11 Giugno 2011: incontro con Benedetto XVI

Nell'Aula Paolo VI in Vaticano, Benedetto XVI ha ricevuto una delegazione di 2000 zingari provenienti da tutta Europa.
L'incontro, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Fondazione "Migrantes" della Conferenza Episcopale Italiana e dalla Diocesi di Roma, dimostra l'attenzione della Chiesa nei confronti delle minoranze e rappresenta un evento storico nella sua portata.
"Mai più il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, rifiuto e disprezzo!" è sostanzialmente l'appello del Pontefice, che ha invitato le popolazioni zingare a integrarsi e l'Europa a non ripetere più gli errori del passato. In un un momento nel quale la questione Rom è al centro del dibattito politico, la Chiesa assume ancora una volta una posizione opposta, chiedendo accoglienza per questa popolazione.

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